Impianti dentali: tutto quello che c’è da sapere
La perdita di uno o più denti naturali costituisce un evento invalidante, sia per l’estetica sia per la funzionalità della bocca, soprattutto per quanto riguarda la masticazione. Prima dell’avvento degli impianti dentali in titanio, veniva utilizzato un sistema di protesi fissate ai denti contigui a quelli mancanti (ponti dentali); oppure, quando la qualità dei denti naturali non lo consentiva, si faceva ricorso all’applicazione di apparecchi mobili parziali o totali.
Oggi, grazie al concetto di osteointegrazione elaborato dal Prof. Branemark nel 1952, i risultati nel campo dell’Implantologia dentale hanno fatto passi da gigante, garantendo risultati sempre più affidabili e duraturi nel tempo.
Ma cosa sono, esattamente, gli impianti dentali, quando devono essere utilizzati e in cosa consiste la procedura?
Scopriamolo in questo articolo!
Impianti dentali: cosa sono?
L’implanto-protesi è un tipo di riabilitazione odontoiatrica composta da 3 parti: l’impianto dentale (vite endossea), l’abutment (componente transmucosa) e la protesi finale (corona dentale).
L’impianto dentale è un device medico in titanio che viene inserito nell’osso mandibolare o mascellare, per andare a sostituire la radice del dente naturale mancante. Grazie alla biocompatibilità del materiale (il titanio), l’impianto, trascorso un determinato periodo di tempo, subirà un’osteointegrazione, il processo di integrazione nel tessuto osseo.
L’abutment è quell’elemento che connette l’impianto alla protesi dentale (la corona).
Infine, sopra la vite endossea e l’abutment, viene avvitata la protesi dentale o corona, la parte che sostituisce il dente mancante, riabilitando funzione ed estetica.
Gli impianti dentali possono essere singoli (quando a mancare è un solo dente), ponti (se mancano più denti) o riabilitazioni full arch (quando è necessario sostituire un’arcata intera).
Riabilitazione degli impianti dentali
Ma come si riabilitano gli impianti dentali?
Esistono, fondamentalmente, due tecniche di protesizzazione degli impianti dentali:
- a carico immediato: quando viene inserita la vite in titanio all’interno del tessuto osseo e, nella stessa seduta, il dente viene riabilitato protesicamente (cioè viene avvitata la corona dentale).
- a carico differito: quando, dopo aver inserito la vite endossea, si aspettano 2-3 mesi per dare il tempo all’impianto di osteointegrarsi e, solo successivamente, si procede all’avvitamento della corona.
Oggi, molti operatori tendono a preferire gli impianti dentali a carico immediato, una terapia implantare assolutamente valida.
Bisogna stare attenti però: questo tipo di intervento non è consigliato per tutte le bocche e sarà compito dell’odontoiatra valutare ogni singolo caso in maniera specifica.
Quando è perché è necessario l’impianto dentale
I motivi che possono portare alla perdita di uno o più denti sono molteplici: una carie non curabile, una frattura dentale, un ascesso non curabile, una parodontite aggressiva.
L’installazione di un impianto dentale risulta assolutamente necessario quando l’assenza del dente:
- Compromette la normale masticazione;
- Rischia di causare lo spostamento dei denti contigui o l’abbassamento dei denti soprastanti;
- Crea un disagio a livello estetico;
- Compromette la fonetica del paziente.
Procedura dell’intervento chirugirco
Il collocamento di un impianto dentale è un intervento chirurgico routinario in odontoiatria; si esegue in anestesia locale, e la durata, se si intende un impianto singolo, è molto inferiore rispetto a quello che un paziente potrebbe immaginarsi.
L’inserimento dell’impianto dentale all’interno del tessuto osseo è una procedura sicura ma piuttosto complessa. Di norma, la procedura di installazione prevede le seguenti fasi:
- Incisione e sollevamento di un lembo della gengiva, in modo da esporre il tessuto osseo sottostante;
- Preparazione dell’osso per contenere la vite in titanio;
- Inserimento dell’impianto;
- Collocamento della componentistica protesica, nel caso di carico immediato.
Impianti dentali: il decorso post-operatorio
Una volta scomparso l’effetto dell’anestesia, potrebbe subentrare un leggero fastidio, dato dall’atto chirurgico, al quale si può porre rimedio facilmente con l’assunzione di un antidolorifico prescritto dal medico.
In ogni caso, per la prima settimana successiva all’intervento, è molto importante attenersi alle “regole” prescritte dal proprio professionista. E’ fondamentale evitare i cibi duri e le bevande calde, mantenendo un’alimentazione semisolida e a temperatura ambiente.
Solitamente, i tempi di guarigione e per il recupero totale della funzionalità sono relativamente brevi.
Quanto durano gli impianti dentali?
Una domanda che spesso ci viene rivolta dai nostri pazienti che stanno per sottoporsi a questo tipo di intervento è: quanto durano gli impianti dentali?
Dare una risposta valida universalmente non è possibile. Ovviamente bisogna tener conto di alcune variabili fondamentali come l’età, lo stato di salute del paziente, i fattori di rischio (fumo, diabete, parodontite pregressa) e la qualità del tessuto osseo. Il fattore più importante però, è l’attenzione dimostrata dal paziente nella cura della propria igiene orale domiciliare e le regolari visite di controllo dal dentista.
Ma, se l’atto chirurgico e la gestione protesica vengono eseguiti a regola d’arte e il paziente collabora con una buona igiene domiciliare, l’impianto potrebbe durare anche tutta la vita!
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